Hi-Fi… in pillole – La sorgente digitale

Di MIRCO SARTO, titolare di HiFi Record a Padova

Compact Disc

Con l’avvento del Compact Disc (CD Audio) verso la fine degli anni 80 è iniziata ufficialmente l’era digitale per la distribuzione della musica.
Disporre di un supporto molto piccolo e maneggevole, con una qualità sonora altissima e utilizzabile sia in casa che fuori, ha rappresentato un cambio epocale! Tutti i maggiori produttori di componenti audio si sono quindi cimentati nel realizzare lettori CD sempre più sofisticati e performanti tant’è che ancora oggi dopo oltre 40 anni l’offerta è ancora abbastanza attiva.

Dal punto di vista tecnico gli elementi che influenzano il risultato finale sono la meccanica di lettura (cassetto, motore, ottica laser) il convertitore Digitale/Analogico (DAC) e lo stadio di preamplificazione analogico
Ovviamente, come per l’analogico, anche nel digitale la qualità del supporto di partenza gioca un ruolo fondamentale, perché non tutti i CD Audio sono uguali, ma questo lo vedremo meglio più avanti.

Rimanendo sul tema dei lettori CD, l’offerta è talmente ampia e diversificata che è difficile analizzare tutte le variabili, però consiglio sempre di valutare i tre fattori tutti assieme: la robustezza della meccanica, la risoluzione del DAC e la cura nella realizzazione dello stadio analogico.
L’evoluzione dei processori utilizzati per la conversione digitale/analogica ha fatto passi da gigante e questo aspetto sta favorendo in questi ultimi anni la propensione all’acquisto separato della parte meccanica e del DAC.
Il DAC è sempre più utilizzato per la riproduzione di file audio ad alta risoluzione tramite computer o media player (musica liquida).

Musica liquida

Per musica liquida si intende la riproduzione tramite un player apposito di un file audio con determinate caratteristiche tecniche che riguardano la risoluzione e l’eventuale compressione utilizzata per ridurne la dimensione, fattori che determinano lo spazio fisico necessario per memorizzarlo su hard disk o altro supporto magnetico.

In questo ragionamento tralascio volutamente di parlare dei formati compressi che prevedono una perdità di qualità del file audio, tipo MP3, AAC di Apple oppure Windows WMA, in quanto secondo la mia modesta opinione non ha senso parlare di alta fedeltà quando l’elemento chiave della riproduzione è già scadente in partenza.

Tra i formati non compressi quello maggiormente utilizzato nel mondo HiFi è il WAV con risoluzione di 44,1 KHz a 16 bit che corrisponde alla qualità di un classico CD Audio.
Un altro formato molto apprezzato dagli audiofili è il FLAC (Free Lossless Audio Codec), un formato open source che permette di ridurre le dimensioni del file senza avere una perdità di qualità.
Per migliorare ulteriormente la qualità del file audio sono disponibili in rete file audio con risoluzione a 96, 128, 256 e 384 KHz a 16, 24 e 32 bit. È opportuno verificare bene la provenienza di questi file per essere sicuri che siano effettivamente alla risoluzione proposta e non artificiosamente alterati.

Negli ultimi anni sono stati resi disponibili file audio in formato DSD ad altissima risoluzione, precedentemente utilizzati da Philips e Sony per creare un formato particolare di Super Audio CD (SACD), che necessitava però di un particolare lettore fisico per essere ascoltato, motivo per cui non ha avuto molto successo ed è stato abbandonato.
Stiamo parlando di file audio con risoluzione 64, 128, 256 o 512 volte quella del CD e quindi molto interessanti dal punto di vista audiofilo.

Fatta questa premessa possiamo quindi vedere quali sono gli altri elementi per la riproduzione della musica liquida

Il DAC ed il Player

Il DAC (Digital Analog Converter) è un dispositivo che converte il valore digitale in ingresso (il file audio di cui parlavamo) in un livello di tensione o corrente in uscita (segnale analogico) che verrà poi amplificata ed inviata ai diffusori per l nostro ascolto. La conversione avviene tipicamente utilizzando dei microchip ormai molto diffusi ed economici.
La qualità costruttiva di un DAC non dipende solo dalla potenza del microchip che effettua la conversione ma anche e soprattutto dalla qualità dello stadio di uscita analogico e dalla cura con cui è stata realizzata l’alimentazione dell’apparecchio. Per questo ci sono sul mercato DAC da poche decine di euro fino a quelli da parecchie migliaia di euro, ma ritorneremo su questo argomento più avanti.

Il DAC viene solitamente collegato ad un computer tramite una porta USB e la riproduzione del file audio avviene tramite un software detto Player. I Player più famosi sono iTunes di Apple (ora chiamato semplicemente Musica), Windows Media Player di Windows e altri più specificatamente pensati per il mondo audiofilo come Foobar, VLC, JRiver, etc.
La buona qualità del software Player è molto importante per una corretta gestione del DAC.

Media Player o Music Player

Per semplificare la vita agli audiofili meno avvezzi all’utilizzo del computer, i produttori di HiFi hanno realizzato degli apparecchi che mettono assieme DAC + Computer (minimale) + Player, che in gergo vengono identificati come Network Player o Music Player (quelli solo per la musica) oppure Media Player (quelli che permettono di leggere anche file video).
Esistono anche i Music Server, che permettono l’archiviazione diretta dei file audio al loro interno mediante hard disk o altro sistema di memorizzazione dei dati.

Streaming

Un’altra modalità di fruizione della musica sempre più diffusa grazie agli smartphone è quella dello streaming, che consiste nella riproduzione di file audio da un server remoto tramite un collegamento internet. 
La musica risiede fisicamente sul server del fornitore del servizio di streaming e tramite una specifica App, installata sul telefono o sul computer, si può navigare nell’archivio musicale (pressoché illimitato) e selezionare i brani da ascoltare sul proprio dispositivo oppure sul network player del proprio impianto HiFi, senza di fatto disporre fisicamente del file audio. 

La qualità dell’ascolto dipende essenzialmente dalla risoluzione del file audio trasmesso dal fornitore: per fare qualche esempio pratico, piattaforme come Spotify oppure Apple Music mettono a disposizione file audio compressi (quindi più leggeri da trasmettere via internet) con qualità MP3 dai 128 ai 320 Kb, altri come Tidal o Kobuz arrivano a fornire file audio con risoluzione corrispondente a quella del CD.
Questo continuo miglioramento della qualità dello streaming audio sta quindi interessando sempre più anche il mondo HiFi.


La prossima settimana continueremo a esplorare i componenti dell’impianto audio con le elettroniche (preamplificatori, amplificatori, eccetera).
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Hi-Fi… in pillole

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