Hi-Fi… in pillole – I diffusori

Di MIRCO SARTO, titolare di HiFi Record a Padova

I diffusori acustici sono l’elemento principe di una fedele catena di riproduzione del suono.

I diffusori Hi-Fi sono normalmente passivi, per cui per funzionare devono essere collegati ad un amplificatore tramite cavi di potenza di buona qualità.
Una prima classificazione è quella basata sul posizionamento, per cui abbiamo diffusori da stand o scaffale (bookshelf) oppure da pavimento (floorstand).
La maggior parte dei diffusori in commercio sono a bass-reflex: il suono esce dal davanti degli altoparlanti mentre l’aria prodotta dalla vibrazione viene espulsa tramite dei condotti interni ed appositi fori presenti solitamente sul retro del diffusore.
Alcuni produttori realizzano diffusori in cassa chiusa utilizzando vari accorgimenti, tra i quali il più diffuso è il reflex meccanico con un tipo di altoparlante passivo che si muove al contrario.
In base al numero di altoparlanti e anche da come è realizzato il progetto costruttivo si parla di monovia, due vie, due vie e mezza, tre vie, eccetera.
L’efficienza di un diffusore si misura in dB (decibel) più è alto il valore più facile è il pilotaggio da parte dell’amplificatore, più è basso (e non è un motivo peggiorativo, anzi di solito è il contrario) più è necessaria una buona amplificazione per farli suonare bene.
Ogni diffusore ha il suo suono specifico ma alcuni elementi come il posizionamento e l’acustica naturale della stanza possono influire sul risultato finale.
In alcuni casi è necessario “trattare” la propria sala d’ascolto con alcuni accorgimenti tipo tappeti, tendaggi, quadri ed in alcuni casi, se i problemi non si risolvono, con appositi pannelli fonoassorbenti.

Esistono anche diffusori attivi nei quali l’amplificatore è già inserito nella cassa e solitamente questo tipo di soluzione viene usata per eventi e concerti.
Ultimamente però, con l’evoluzione dell’amplificazione in classe “D” sono arrivati sul mercato diffusori attivi molto interessanti con prestazioni eccellenti ed indubbi vantaggi dal punto di vista della semplificazione e alleggerimento dell’impianto per quanto riguarda cavi e ingombri.

Arrivo alla fine di questa mini guida per affrontare la questione secondo me più complessa e delicata di tutta l’esperienza di ascolto, la scelta dei diffusori.
In realtà avrei dovuto metterla all’inizio visto che la considero la più importante.
Quando incontro amici e clienti che desiderano migliorare il loro impianto faccio sempre queste 3 domande:

  1. Che diffusori hai?
  2. Con che elettronica li piloti?
  3. Sei contento di come suonano nella tua sala d’ascolto?

Le risposte a queste 3 domande mi permettono di farmi un’idea abbastanza precisa della situazione di partenza per poter fare delle considerazioni ed eventualmente delle proposte migliorative.

Un’altra “mia regola aurea” che suggerisco ai miei interlocutori che vogliono costruire un nuovo impianto è quella di definire un budget complessivo e dedicare un 60/70% ai diffusori. In pratica se hai 1000 euro da investire sull’impianto, bene, cerchiamo di trovare i migliori diffusori possibili (per il tuo ambiente di ascolto) nella fascia tra i 600/700 euro.
Con il resto si cerca di prendere elettroniche e sorgenti varie che magari con il tempo possano essere migliorate.

Conclusioni

Per lavoro e per svago ho avuto la fortuna ed il piacere di ascoltare musica in tante situazioni di ascolto e di testare molti diffusori con elettroniche diverse e mi sono fatto un’idea su alcune situazioni ottimali che potrei riassumere in questo modo:

  1. diffusori ed elettroniche si abbinano meglio se sono dello stesso periodo storico: diffusori storici o vintage anni 70-80-90 vanno bene con elettroniche di quegli anni (amplificazione in classe A-AB-B)
  2. l’utilizzo di altoparlanti a membrana al posto dei tradizionali in carta e lo studio di filtri cross-over molto efficienti nei diffusori recenti ed attuali hanno portato ad un miglioramento notevole delle prestazioni generali, per cui in questa situazione consiglio vivamente l’utilizzo di elettroniche attuali e veloci (con fattore di smorzamento molto alto, comunque oltre 1000)
  3. l’ambiente di ascolto incide del 30/40% sul risultato finale, per cui bisogna essere disposti ad effettuare un minimo di trattamento della stanza in cui è inserito l’impianto audio

Il migliore impianto HiFi è quello che ci permette di ascoltare la musica che amiamo nel modo migliore e secondo il nostro personale gusto, per cui al di là di tante disquisizioni tecniche e di “logorroiche” discussioni che spesso leggo nei forum da parte di “esperti della digitazione critica”, sono le nostre orecchie che ci devono dare le risposte.

Invito tutti ad ascoltare dal vivo un pianoforte, un contrabbasso, un violino, una voce e confrontarle con quello che esce dal proprio impianto, per capire quanto quest’ultimo si avvicini ad una riproduzione fedele.


Hi-Fi… in pillole

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